02 Mar Rischia il licenziamento il lavoratore che non avverte tempestivamente il proprio superiore dell’infortunio che lo costringe all’assenza.
Con sentenza n. 795 del 13 gennaio 2017, la Corte di Cassazione ha stabilito che debba ritenersi legittimo il licenziamento inflitto al lavoratore che, al fine di giustificare la propria assenza, afferma di aver subito un infortunio sul lavoro il giorno precedente, senza, però, comunicarlo al proprio superiore.
Nella fattispecie portata all’attenzione della Suprema Corte, il lavoratore era stato licenziato, per giustificato motivo oggettivo, all’esito di un procedimento disciplinare avviato nei suoi confronti per un’assenza ingiustificata dal lavoro, nelle more del quale lo stesso si era giustificato affermando di aver patito un infortunio di lavoro proprio il giorno precedente, senza, però, che tale circostanza, ovverosia il presunto infortunio, fosse comunicato al suo superiore gerarchico.
Sia il Tribunale, sia la Corte d’Appello, avevano sancito la legittimità del licenziamento disposti dal datore di lavoro.
Successivamente, la Cassazione avallava le decisioni dei precedenti gradi di merito, confermando che il licenziamento per giustificato motivo soggettivo, irrogato al dipendente che non comunichi al proprio superiore gerarchico di aver subito un infortunio sul lavoro, è pienamente legittimo.
In particolare, nel rigettare il ricorso del lavoratore i Giudici della Cassazione evidenziavano come la condotta omissiva dell’uomo configurasse un notevole inadempimento dei propri obblighi contrattuali, aggravata, per di più, dal fatto che il lavoratore avesse poi tentato di far credere, mentendo, di aver avvertito il proprio superiore subito dopo il presunto incidente che lo aveva coinvolto.