La Cassazione dichiara indeducibili i compensi deliberati a favore di amministratori “di comodo”

27 Ott La Cassazione dichiara indeducibili i compensi deliberati a favore di amministratori “di comodo”

I giudici di legittimità hanno ritenuto privi del requisito di inerenza i compensi deliberati ed effettivamente erogati ad amministratori di comodo, privi di ogni potere decisionale (Cassazione Civ. Sez. V, Sentenza 21 settembre 2016, n. 18448)

Nell’ambito di una verifica fiscale l’Agenzia delle Entrate ha ripreso a tassazione i costi sostenuti per compensi ad amministratori ancorché  effettivamente corrisposti e previamente deliberati in quanto ritenuti privi del requisito di inerenza all’attività  aziendale. Nella fattispecie i detti compensi erano stati attribuiti ad amministratori privi di ogni potere decisionale, ovverosia a delle figure meramente di comodo, non svolgenti alcuna attività.

La Corte, chiamata a decidere sulla deducibilità dei predetti compensi, ha dichiarato la legittimità della ripresa fiscale rilevando, nella fattispecie il difetto di inerenza.

Secondo le disposizioni di cui all’articolo 109 comma 5 del TUIR, le spese e gli altri componenti negativi sono deducibili se e nella misura in cui si riferiscono ad attività o beni da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito.

I costi, per essere ammessi in deduzione quali componenti negativi del reddito d’impresa, debbono soddisfare i principi di effettività, inerenza, competenza, certezza, determinatezza o determinabilità. In particolare affinché un costo possa essere incluso tra le componenti negative del reddito, non solo è necessario che ne sia certa l’esistenza, ma occorre altresì che ne sia comprovata l’inerenza, vale a dire che si tratti di spesa che si riferisce ad attività da cui derivano ricavi o proventi che concorrono a formare il reddito di impresa, avuto riguardo alla tipologia organizzativa del soggetto e dell’attività svolta.

Il costo assume rilevanza ai fini della quantificazione della base imponibile, in virtù della sua correlazione con una attività potenzialmente idonea a produrre utili la cui prova è richiesta al contribuente.

Sicché i giudici di legittimità hanno dichiarato non che non è sufficiente, ai fini delle deducibilità di un costo, che venga fornita la prova della sua effettiva sussistenza, ovverosia che venga documentata una uscita finanziaria ma è necessario che sia dimostrata anche l’inerenza del bene o servizio acquistato all’attività imprenditoriale, intesa come strumentalità del bene o servizio stesso oltre che la coerenza economica dei costi sostenuti nell’attività d’impresa.