31 Mag La valenza premiale del Modello 231/2001 nel nuovo Codice Appalti

Il nuovo Codice Appalti introduce la valenza premiale del Modello 231 e agevola le imprese in sede di concessione di finanziamenti da parte di amministrazioni pubbliche e di credito bancario.

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti, è stata introdotta una novità di rilievo in favore delle società che partecipano a gare di appalto pubblico e che adottano un Modello Organizzativo 231 (di seguito anche il “Modello”).

Nello specifico, la nuova disciplina prevede una riduzione del 30% dell’importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo che gli operatori economici sono chiamati a prestare proprio se in possesso del rating di legalità ovvero se hanno adottato il richiamato Modello Organizzativo.

Ma veniamo al dunque. E’ attualmente previsto che alle società partecipanti a gare di appalto pubbliche l’Autorità Antitrust attribuisca il cosiddetto rating di legalità in base al possesso di determinati requisiti da parte della società interessata alla procedura, quali ad esempio l’assenza di applicazione di misure preventive nei confronti dell’imprenditore medesimo ovvero di soggetti rilevanti all’interno della stessa azienda (direttore generale, direttore tecnico, etc..) ed articolato in diversi range (da un minimo di una stelletta ad un massimo di tre stellette). In aggiunta ai requisiti minimi, vengono, inoltre, previsti ulteriori requisiti atti a garantire alle imprese l’acquisizione del punteggio massimo riconosciuto ai fini del rating.

La nuova disciplina del Codice degli Appalti introduce la valenza premiale del Modello  laddove l’adozione dello stesso viene ricompresa tra i requisiti “premium”, ovverosia tra quelli che garantiscono l’attribuzione del punteggio massimo di rating legale. L’adozione del Modello di prevenzione e di contrasto della corruzione consente di incrementare, come detto, il punteggio di rating di legalità,  agevolando invero ulteriormente l’impresa in sede di concessione di finanziamenti da parte di amministrazioni pubbliche e in sede di credito bancario. Basti pensare che gli Istituti di credito che ometteranno di tener conto del rating di legalità ai fini della concessione di un finanziamento alle imprese saranno obbligati a trasmettere a Banca d’Italia una dettagliata relazione sulla decisione assunta in tal senso.

Il Modello dispiega, dunque, i suoi effetti benefici non solo in termini di prevenzione dalla commissione di reati di cui al D. Lgs 231/2001 ma anche con modalità di più immediato impatto per il business day-by-day.